Un modello geometrico del rotolamento
Muscoli, ossa...e attrito per camminare L'attrito volvente |
L'attrito volvente
E' conoscenza comune che una biglia lanciata su un pavimento
perfettamente orizzontale e lasciata a se stessa, rotola per un certo
tratto rallentando il suo moto fino a fermarsi. La dissipazione di energia meccanica associata al rotolamento è
dovuta a una forma di attrito tipica di questo movimento e che perciò
viene chiamata "attrito volvente". Nel caso più semplice, cioè di un cilindro di massa m che rotola su un basamento piano orizzontale, il valore del momento della coppia di attrito volvente si può esprimere come: M = bmg b, che ha le dimensioni di una lunghezza, è il
coefficiente di attrito volvente. La forza N che il basamento esercita sul cilindro è verticale e ha lo stesso valore del peso, ma è applicata anteriormente rispetto al centro del cilindro (e quindi rispetto alla retta di azione del peso) di una distanza pari al coefficiente di attrito volvente. La coppia antagonista al rotolamento è dunque costituita dalle due forze N e mg, separate da un braccio di valore b. Un'indagine sul significato di b Per capire il significato fisico del modello proposto
occorre analizzare più in dettaglio come mai si ha uno "spostamento in avanti" della reazione vincolare N
rispetto al peso. Un analogo spostamento della reazione vincolare si
verifica all'avvio del ribaltamento di un cubo (vedi Le forze in
gioco: per un cubo). L'andamento è simmetrico rispetto alla
verticale per il centro del cilindro, in accordo con il fatto che la
risultante N delle forze distribuite (non indicata in figura)
deve essere anch'essa su tale verticale. Appoggiamo una ruota su un basamento di gomma piuma. La deformazione delle linee orizzontali dà un'idea dell'intensità delle forze di compressione cui ogni elemento verticale è sottoposto. Si può osservare in un secondo filmato cosa succede nel basamento durante il rotolamento, dopo che la ruota viene messa in moto. Durante il rotolamento la ruota provoca la propagazione di schiacciamenti e rilasci del gruppo di elementi che la sostengono istante per istante mentre si sposta. Possiamo ora considerare un elemento generico che sta per essere raggiunto dall'azione della ruota. Questo
elemento, al pari di tutti gli altri, può essere considerato elastico
in quanto, dopo che la ruota è passata, le deformazioni si annullano.
Essi si possono dividere in due parti: Se il basamento fosse perfettamente elastico, il
processo di compressione sarebbe simmetrico a quello di distensione
e il lavoro positivo compiuto dal tratto b sulla ruota sarebbe
uguale al lavoro negativo compiuto dal tratto a. In realtà non esiste
alcun sistema perfettamente elastico: le deformazioni, anche se
reversibili, producono sempre variazioni di energia potenziale, ma anche
l'aumento di energia interna associata ad aumenti di temperatura (quasi sempre impercettibili)
che
viene ceduta all'ambiente come calore. Per questo motivo il lavoro
compiuto dagli elementi del tratto b in fase di distensione è minore
dal lavoro compiuto dagli elementi di a. L'andamento delle forze distribuite non è più
simmetrico ed è tale che la loro risultante sia spostata in avanti
rispetto al centro del cilindro. Gli stessi risultati si ottengono se la deformazione
viene attribuita sia al basamento sia alla ruota (in accordo con quanto
avviene realmente se i materiali hanno caratteristiche elastiche simili,
come per esempio nel rotolamento di ruote di locomotori e di vagoni
ferroviari sulle rotaie) oppure se è la ruota a presentare le
deformazioni più vistose, come nel caso di pneumatici di auto, moto e
bici sull'asfalto. Valori dell'attrito volvente Vengono esaminate le conseguenze del fatto che l'attrito volvente è molto minore dell'attrito statico sul rotolamento di ruote di auto, moto e bici. |